Ing. Paolo Petracchi, Float & Co Srl
Avevo 12 anni e mentre passeggiavo in riva al mare osservando i segni che l’andare e venire dell’acqua sulla battigia lasciava sulla sabbia, Camillo, un vecchio e gentile signore incuriosito dalla mia attenzione per quel consueto fenomeno naturale mi disse:
“l’acqua... è sempre uguale, ma non è mai la stessa”
Quel che mi disse è rimasto sopito dentro di me per lungo tempo e ripensandoci adesso, forse era un preludio a quello di cui mi sarei occupato...
Ma cosa sappiamo davvero dell’acqua?
Due atomi di Idrogeno un atomo di Ossigeno, il suo equilibrio di dissociazione è preso come riferimento di neutralità nella scala acido base delle sostanze: il famoso PH ovvero il Logaritmo in base 10 della concentrazione di ioni H3O+ che è uguale a 7 se una sostanza è Neutra, é minore di 7 se una sostanze rispetto all’acqua è Acida maggiore di 7 se è più Basica. E già con questo abbiamo un modo per discriminare tutte le sostanze conosciute.
E’ una molecola la cui forma tridimensionale entra in un tetraedro quasi perfetto (una piramide a base triangolare con 4 spigoli) con gli angoli degli spigoli di 104,45°: un tetraedro perfetto avrebbe gli angoli a 109°,5.
Data la sua polarità (più positiva dalla parte degli idrogeni, più negativa dalla parte dell’ossigeno) la rende uno dei migliori solventi in natura.
La sua transizione di fase da solido a liquido alla pressione di 1 atmosfera è stata presa come zero e il suo punto di ebollizione come 100 della scala centesimale di Celsius per la misura della temperatura.
1 litro di acqua pesa 1 Kg. Sul pianeta ci sono circa 1400 milioni di chilometri cubi di acqua ovvero circa 1400 milioni di miliardi di tonnellate.
Dei 510 milioni di Kmq di superficie terrestre l’acqua ne occupa 360 milioni di Kmq ovvero circa due terzi della superficie facendolo apparire il nostro pianeta di colore blu quando viene osservato dallo spazio. Sembrano numeri giganteschi ma la sua profondità comparata con le dimensioni del pianeta, che ha un raggio medio di circa 6400 km, la fanno apparire in proporzione come lo spessore della gomma che racchiude l’aria di un palloncino rispetto alle dimensioni del palloncino.
E’ probabilmente la sostanza più importante che abbiamo perché è alla base della vita (al 65÷68% siamo fatti di acqua) delle unità biologiche a base carbonio in quanto quasi tutti i processi fisiologici degli esseri viventi del pianeta terra avvengono in soluzione acquosa. Difficile pensare alla vita così come la conosciamo senza pensare all’acqua.
E’ arrivata sul nostro pianeta con le comete, tante comete nei vari miliardi di anni che hanno preceduto lo sviluppo della vita sulla terra...
E’ una delle pochissime sostanze che aumentano di volume passando dallo stato liquido a quello solido: è per questo che non potete mettere le bottiglie di vetro piene di acqua nel freezer perché quando gela si spaccano ed è per questo che il Titanic è affondato scontrandosi con un Iceberg che si era staccato dalla banchisa polare e vagava a quasi 500 miglia dall’isola di Terranova nell’atlantico nord occidentale.
Questa sua capacità di espandersi man mano che si raffredda è il motivo per il quale i laghi ed i fiumi di acqua dolce congelano in superficie mantenendo temperature intorno ai 4 °C al disotto del ghiaccio permettendo la vita. Ma è anche la ragione per la quale nell’oceano atlantico grazie ad un gioco fra salinità e temperatura esiste la corrente del golfo che lambisce le coste occidentali di Portogallo, Spagna, Francia, Islanda, Irlanda, Inghilterra e Scandinavia preservando i paesi più a Nord dal coprirsi di ghiaccio e dona un clima mite a quelli più centrali.
La capacità di diventare meno densa quando congela è dovuta all’azione dei legami a ponte di idrogeno che fanno sì da creare un reticolo cristallino esagonale che occupa un volume maggiore a parità di peso dell’acqua liquida: infatti anche osservando i fiocchi di neve ci accorgiamo che tutti i cristalli di acqua pura assumo forme cristalline con varie geometrie ma sempre a 6 punte/vertici/rami o quasi, le cui forme sempre diverse dipendono anche da un’altra caratteristica: la sua elevata tensione superficiale che è anche la ragione dell’esistenza degli alberi, degli arbusti dei fili d’erba, in particolare l’elevata tensione superficiale è la causa della capillarità che fa fluire l’acqua attraverso gli Xilemi negli steli delle piante mantenendole idratate e trasportando i nutrienti che ne permettono la crescita.
Allo stato liquido le molecole di acqua non sono uniformemente distribuite in un caos disorganizzato anzi, a causa del continuo formarsi e rompersi dei legami a ponte d’idrogeno che per rispettare la neutralità elettrica, avvengono in una sorta di reazione a catena, le molecole si organizzano in filamenti da qualche decina a qualche centinaia di molecole chiamati Dominii che si formano e rompono in continuazione trasformandosi anche in macro ammassi di migliaia di molecole chiamati Clusters. Ai dominii fino a qualche tempo fa’ sono state attribuite le proprietà per l’acqua di poter memorizzare le informazioni per periodi brevi di qualche nano secondo. Un’altra peculiare caratteristica dell’acqua è quella di incapsulare i composti chimici formando dei veri e propri reticoli organizzati di molecole d’acqua attorno alle molecole di una sostanza non polare chiamati Clatrati e costituendo per questa un veicolo di trasporto e rilascio.
L’acqua ha un’elevato calore latente di evaporazione ovvero un’elevata capacità di accumulare tantissimo calore prima di cambiare stato da liquido a vapore e viceversa di poterlo cedere, qualità che insieme alla facile reperibilità ne ha fatto il principale fluido per macchine termodinamiche come caldaie, turbine, motori a pistoni dall’inizio dell’era industriale ad oggi e sicuramente anche nel futuro.
Attraverso l’evaporazione di 500.ooo chilometri cubi all’anno principalmente dagli oceani e la ricaduta di altrettanti sotto forma di precipitazioni, costituisce il principale elemento di termoregolazione della temperatura della troposfera ovvero il volume di atmosfera che utilizziamo per svolgere le nostre attività e che va dal livello del mare a +/- 15 km di altezza, mantenendola in media a circa 15°C.
L’energia viene immagazzinata dall’acqua sia sotto forma di vibrazioni fra gli atomi che ne compongono le molecole sia in movimento caotico delle molecole stesse. A seconda del livello dell’energia trasferita alcune molecole di acqua non più in equilibrio con la pressione esercitata sulla superficie hanno un’energia sufficiente tale da sfuggire dalla superficie dando luogo all’evaporazione. Le caratteristiche polari della molecola d’acqua vengono sfruttate nel principio di funzionamento che utilizziamo nei forni a micro onde per scaldare o cuocere i cibi irradiandoli con frequenze dell’ordine dei giga Herz: in pratica l’acqua viene sottoposta ad un capo elettromagnetico oscillante che induce un movimento di twist sulla molecola che tende a compiere una semi rotazione ed a rilasciare energia quando ritorna in posizione di riposo. Ad una ben determinata frequenza si ha l’entrata in risonanza di queste oscillazioni che trasferendo energia alle molecole circostanti ne aumentano la mobilità e l’energia rilasciata dagli scontri fra le molecole si trasforma in aumento progressivo di temperatura della massa irradiata. Per l’acqua la frequenza di risonanza è 2,45 GHz... vi ricorda nulla?
Esiste tuttavia un altro tipo di vibrazione a frequenze decisamente molto più basse che si presenta a livello del contatto fra l’acqua e una superficie che può ad esempio essere quella rappresentata dalla parete di un bicchiere di vetro così come quella di una membrana cellulare. Questa vibrazione è interessante perché può essere utilizzata per “informare” ovvero trasferire un tipo di informazione vibrazionale persistente.
In presenza di una superficie le molecole di acqua si organizzano in strati sovrapposti di spessori paragonabili a qualche molecola 100 nm, assumendo una forma molto più simile a quella di un cristallo piuttosto che a un liquido. Secondo una complessa teoria che viene utilizzata per spiegare fenomeni non lineari chiamata QFT (Quantum Field Theory) ovvero teoria dei campi quantici, alle molecole di questi strati può essere trasferita una vibrazione inducendoli a spostarsi in modo coerente come una sorta di Ola che si muove lungo la superficie di contatto e che si manifesta attraverso un movimento sincrono delle molecole con l’entrata in fase ad una certa frequenza pre-determinabile, “impostabile” e che ne influenza il comportamento. L’informazione vibrazionale sottostà alle leggi delle onde e agli effetti dell’interferenza o amplificazione dovuta alla coerenza delle vibrazioni. In queste condizioni l’equilibrio fra l’agitazione (entropia) molecolare dovuta agli scontri fra le molecole causata dal contributo energetico sulla coerenza della vibrazione delle molecole in una ben determinata regione chiamata Dominio di Coerenza che invece dipende dal comportamento elettrodinamico degli elettroni, è determinante per mantenere la coerenza stessa. Se l’acqua viene riscaldata l’agitazione molecolare distrugge la coerenza e oltre i 50°C non è più rilevabile: è per questo motivo che la coerenza si rileva solo su strati dello spessore di alcune molecole in contatto con le superfici che permettono la dissipazione del calore e quindi un minor contributo entropico ovvero di agitazione molecolare.
Poiché a livello di superficie di contatto l’acqua ha la capacità di copiare ed immagazzinare tutte le vibrazioni con cui viene in contatto le sue caratteristiche informative tendono a confondersi, attenuarsi o amplificarsi ed accumularsi man mano che le frequenze a cui viene soggetta nel tempo si susseguono. Questa caratteristica porta l’acqua ad un progressivo assorbimento di frequenze e a modifiche sostanziali dell’aggregazione delle molecole nei dominii tanto da alterarne le caratteristiche di bio-compatibilità.
Vi sorprendereste della differenza di sapore e di piacevolezza nel bere due bicchieri della stessa acqua alle stesse condizioni di temperatura e pressione il primo direttamente alla sorgente ed il secondo dopo che ha girato per un paio di giorni in un circuito di tubazioni anche se dal punto di vista chimico e batteriologico queste poi non risultino differenti. O di come innaffiando degli piante con queste due acque quelle innaffiate con acqua di sorgente abbiano una rigogliosità migliore delle seconde.
Per le sue caratteristiche l’informazione vibrazionale può essere acquisita dall’acqua trasferendola anche dalle sostanze disciolte in essa purché la soluzione sia messa in contatto con una superficie e sia molto diluita. E’ un po come avere un mucchio di gessetti colorati contenuti all’interno di un recipiente. Se li agitiamo per bene dopo qualche minuto i colori delle loro superfici si uniformano e non sono più riconoscibili. Per poterne apprezzare il colore dobbiamo tirarli fuori e scrivere con essi su una superficie: possiamo pensare a quei piccoli strati di gesso colorato che si adagiano sulla superficie della lavagna quando noi scriviamo su di essa come le vibrazioni che vengono impartite a quei 3-4 strati di molecole sovrapposte in contatto con la superficie del recipiente che contiene l’acqua pura o una soluzione acquosa e che in questo caso è la lavagna per i gessetti.
La selettività delle informazioni può essere realizzata attraverso un processo in due fasi:
1) la “spianatura”, la cancellazione di tutte le informazioni pre-esistenti ad opera di un forte campo magnetico e
2) la scrittura attraverso un campo elettromagnetico molto debole. Deve essere debole perché si deve evitare l’impatto negativo che un forte campo elettromagnetico avrebbe dal punto di vista entropico sulla messa in coerenza del movimento delle molecole in contatto con la superficie. Se il campo è troppo forte contribuisce solo ad agitare le molecole in modo caotico.
Il non attenersi a queste due operazioni si traduce nel non rendere efficace il trasferimento dell’informazione vibrazionale voluta all’acqua.
In passato sono state commercializzate attrezzature che o per mancanza della cancellazione o per la troppa potenza del campo elettromagnetico applicato per trasferire l’informazione, o per tutte e due le ragioni, si sono rivelati del tutto inefficaci allo scopo.
L’intensità dei vari campi e la durata necessaria per trasferire l’informazione vibrazionale all’acqua rappresentano segreti industriali che spesso si rifanno all’esperienza empirica e alle metodologie di verifica tutt’altro che banali della presenza o meno della vibrazione trasferita. Spesso ci si rifà alle esperienze di Masaru Emoto ovvero prelevando campioni di “acqua informata” ed eseguendo in condizioni controllate e ripetibili repentini congelamenti per verificare le strutture dei cristalli di ghiaccio formati a parità di pressione, temperatura, umidità, tracce di specie chimiche disciolte, influenza di campi elettromagnetici ecc. ecc.
“L’acqua che sgorga da sorgenti vive crea cristalli più belli delle acque di falde acquifere trattate artificialmente.
L’acqua che forma cristalli in modo strutturato (acqua strutturata) ha maggiore potere vivente.”
Masaru Emoto
(Yokohama 22/7/1943 – 17/10/2014)
Scienziato e ricercatore
laureato all’Università municipale di Yokohama
Nel 1986 ha fondato IHM Corporation a Tokio.
Nell’ottobre 1992 ha ottenuto un attestato relativo
alle medicine alternative rilasciato dall’istituto privato
Open International University For Alternative Medicines.
Quando diluito in acqua a concentrazioni piccolissime 10-9 (dieci alla meno nove ovvero un miliardesimo) fino a 10-18 (dieci alla meno 18) il DNA emette frequenze rilevabili fra 500÷3000 Hz mentre l’RNA non emette niente.
L’omeopatia consapevolmente o inconsapevolmente si basa sulla possibilità di assorbire, memorizzare e trasferire nuovamente un’informazione vibrazionale. Dal punto di vista allopatico, ovvero quello di causare un qualche effetto grazie ad un farmaco che chimicamente risolve i sintomi o cura la patologia che ha generato i sintomi, viste le elevatissime diluizioni con cui vengono realizzati i rimedi omeopatici, non è certo il principio attivo che cura attraverso una qualche reazione chimica, quanto piuttosto l’informazione vibrazionale che è stata trasferita all’acqua e che, una volta nebulizzata sui granuli, ne modifica la superficie di contatto acqua granulo trasferendogli un’impronta vibrazionale. Una volta disciolti i granuli nella nostra bocca, l’informazione vibrazionale viene di nuovo trasferita all’acqua contenuta nella saliva e con essa viene messa in circolo nel nostro corpo generando una reazione, un cambiamento che cura la persona.
Le elevatissime diluizioni servono ad abbassare il contributo entropico e ad esaltare il contributo vibrazionale, le succussioni (sbattimenti) in numero da 100 a 100.000 servono ad accentuare il trasferimento dell’informazione a quanto più volume di acqua possibile perché questo può avvenire solo all’interfaccia liquido superficie.
I risultati sono indubbi ma il metodo è totalmente empirico e nonostante si sia creato tutta una serie di valide corrispondenze fra le varie sostanze impiegate come rimedi e le patologie che essi curano, non si è ancora capito bene come il meccanismo con cui essi agiscano proprio perché si approccia la tematica con una visione allopatica piuttosto che vibrazionale. Questo ha influenzato negativamente l’adozione della metodologia di cura da parte delle masse al punto dal non poter usare la parola cura o farmaco omeopatico ma piuttosto di rimedio omeopatico. Se la ricerca scientifica si muovesse nella direzione giusta potremmo iniziare a spiegarci molti aspetti “misteriosi” del meccanismo con cui agiscono i rimedi omeopatici, mettendo da una parte l’aspetto dogmatico romanticistico della “similitudine fra rimedio e problematica” e dei “trasferimenti energetici” che ha caratterizzato fino ad ora questa pratica medica che, seppur intriganti, ne ha inevitabilmente limitato la diffusione in confronto alla medicina allopatica nella quale si attribuisce un effetto ad una causa.
Per chi fosse interessato ad approfondire quanto sopra esposto consiglio la lettura di questi interessati articoli di Luc Montagnier, Martin Chapling e Claudio Verzegnassi e degli articoli essi collegati reperibili nelle varie referenze: https://www.researchgate.net/publication/230937823_DNA_waves_and_water
http://www.waterjournal.org/volume-11/germano
https://www.idras.org/TFF/index.php
Veniamo ora alla domanda e cosa c’entra tutto questo con Floating Flo? Quando sviluppiamo un prodotto lo facciamo partendo dall’intuizione ma soprattutto da basi teoriche scientifiche e studi pubblicati. Floann 7.83 Hz HiFi Sleep® è un esempio, il nuovo Floanizer®, sistema di armonizzazione dell’acqua con le frequenze della scala armonica che stiamo realizzando è un’altro. Flonizer® può essere facilmente installato all’uscita dei potabilizzatori di acqua (quelli che usano microfiltri e carbone attivo che tolgono il cloro per capirsi) così come su quelli a osmosi inversa, donando alla vostra acqua le caratteristiche vibrazionali dell’acqua di sorgente con frequenze impostabili a scelta fra quelle dello spettro di risonanza Schumann e della scala del solfeggio armonico.