Approccio Mindful alle dipendenze: se sei curioso Allora puoi Uscirne

Dr Matthew Starwood and Psychiatrist Judson Brewer

Quando ho iniziato a praticare la meditazione, sembrava abbastanza facile: dovevo solamente ascoltare il mio respiro, e rimanere concentrato. Eppure durante queste sessioni, sudavo tantissimo nonostante fosse pieno inverno, mi addormentavo ogni volta che potevo perché era davvero stancante. Anzi, estenuante. Le istruzioni erano molto semplici: respira col diaframma, concentrati sul tuo respiro e quando la tua mente inizia vagare altrove, concentrati sul tuo respiro da capo. Ma non ci riuscivo stavo trascurando qualcosa di molto importante.

Perché è così difficile prestare attenzione? Alcune ricerche dimostrano che anche quando cerchiamo di concentrarci su qualcosa - per esempio questa incontro - a un certo punto, circa la metà di noi comincerà a fantasticare, o avvertirà l'impulso di controllare Twitter, Facebook o WhatsApp…

Ma perché? È perché cerchiamo di contrastare uno dei processi di apprendimento maggiormente preservati dall'evoluzione che la scienza conosca, che è conservato persino nel sistema nervoso più basilare oggi conosciuto “il sistema limbico/rettiliano”.

Questo sistema, basato sulla ricompensa, è chiamato rinforzo positivo e negativo, e funziona più o meno così. Quando vediamo del buon cibo, il nostro cervello dice: "Calorie! Sopravvivenza!" Mangiamo il cibo, lo gustiamo - è buono. Soprattutto se zuccherato, i nostri corpi mandano un segnale al cervello: "Ricordati cosa stai mangiando e dove l'hai trovato." Assimiliamo questo ricordo legato al contesto e impariamo a ripetere lo stesso processo in futuro. Vediamo il cibo, lo mangiamo, ci piace, ripetiamo. 

Stimolo > comportamento > ricompensa > Ripeti

Semplice, no? Dopo un po', il nostro cervello creativo ci dice: "Sai una cosa? Puoi usarlo non solo per ricordarti dov'è il cibo. La prossima volta che non ti senti bene, perché non provi a mangiare qualcosa che ti fa sentire meglio?" Ringraziamo il nostro cervello per l'idea, proviamo a farlo e impariamo che se mangiamo cioccolata o gelato quando siamo tristi o arrabbiati, ci sentiamo meglio. 

C’è qualcosa di più: la ricompensa è costituita dalla secrezione di “dopamina” che ci fa sentire meglio ed appagati. é la “droga” interna che produciamo ogni volta che a livello nervoso associamo un’azione ad un appagamento.

Lo stesso processo ma uno stimolo diverso. Invece del segnale della fame proveniente dallo stomaco, un segnale emotivo - la tristezza - ci induce a mangiare.

Quando eravamo adolescenti, magari eravamo “sfigati”, guardavamo quei ragazzi ribelli fumare fuori della scuola e pensavamo: "Vorrei essere come loro: emulazione”. Così la maggior parte delle persone inizia a fumare. Il Marlboro Man non era un imbranato, e non era un caso. Vediamo i "fighetti", Fumiamo per essere "fighi", ci sentiamo bene. Ripetiamo. 

Stimolo, comportamento ricompensa. Ogni volta che lo facciamo impariamo a ripetere il processo e diventa un'abitudine. In seguito, sentirsi stressati innesca il bisogno di fumare una sigaretta o mangiare qualcosa di dolce.

Vedete che con questi stessi processi cerebrali, siamo passati dalla sopravvivenza ad un comportamento suicida dovuto a queste abitudini. L'obesità e il fumo sono tra le cause principali e prevenibili di morbilità e mortalità nel mondo.

Ma torniamo al mio respiro. Se invece di combattere il nostro cervello, o sforzarci di prestare attenzione, usassimo questo processo naturale d'apprendimento basato sulla ricompensa... ma con un colpo di scena? E se invece volessimo capire cosa succede durante la nostra esperienza momentanea?

Vi faccio un esempio. Nel laboratorio del Dott Psichiatra Judson Brewer, studiamo se l'addestramento consapevole (Mindful) può far smettere di fumare. Proprio come io mi sforzo di concentrarmi sul mio respiro, anche i fumatori possono sforzarsi di smettere di fumare. La maggior parte di loro ci ha provato e non c'è riuscita - mediamente sei volte.

Con l'addestramento consapevole non obblighiamo ma invece ci concentriamo sulla curiosità. Abbiamo addirittura detto loro di fumare. Abbiamo detto: "Forza, fumate pure, fate solo attenzione a cosa provate quando lo fate."

Sapete cosa hanno notato? Ecco un commento da parte di uno dei fumatori. Ha detto: "Fumare consapevolmente (Mindful): puzza di formaggio e sa di sostanze chimiche, CHE SCHIFO!" Questa persona si rendeva conto che fumare le faceva male, per questo è entrato a far parte del pool di soggetti che fanno parte della ricerca. Quello che ha scoperto, fumando con un atteggiamento curioso e consapevole è che fumare fa schifo!

Questa persona è passata dalla conoscenza alla saggezza. È passata dal sapere razionalmente che fumare le faceva male alla completa interiorizzazione, e così ha rotto l'incantesimo. Ha cominciato a essere disillusa dal proprio comportamento.

La corteccia frontale o neo corteccia, dal punto di vista evolutivo, la parte più giovane del nostro cervello, capisce, a livello intellettuale, che non dovremmo fumare. E tenta in tutti i modi di farci cambiare comportamento, e farci smettere di fumare, e farci smettere di mangiare un secondo, terzo o quarto biscotto. È il "controllo cognitivo". Usiamo la cognizione per controllare il comportamento. Sfortunatamente, è anche la prima parte del cervello che si spegne quando siamo stressati, il che non aiuta.

Tutti noi possiamo identificarci in questo nella vita di tutti i giorni. Infatti è molto più facile che urliamo ai nostri bambini o compagni quando siamo stanchi o stressati, anche se sappiamo che non serve a molto. Non riusciamo a trattenerci.

Quando la corteccia frontale si spegne, ricadiamo nelle nostre vecchie abitudini ben ancorate a livello istintivo; è per questo che la disillusione è cruciale

“Vedere i risultati delle abitudini ci aiuta a capirle più a fondo - a interiorizzarle - così da non doverci più sforzare di trattenere o frenare il nostro comportamento. Saremo quindi meno interessati a farlo dall’inizio."

Questo è il segreto della consapevolezza (Mindfulness): Vedere chiaramente i risultati del nostro comportamento e rimanerne disillusi a livello viscerale (istintivo); e da questa posizione di disillusione, lasciar perdere lo stimolo.

Non sto dicendo che magicamente smettiamo di fumare. Ma quando cominciamo a vedere sempre più chiaramente i risultati delle nostre azioni, lasciamo le vecchie abitudini e ne formiamo di nuove.

Il paradosso qui è che la consapevolezza (Mindfulness) è legata al puro interesse di avvicinarci veramente a quello che succede nel nostro corpo e nella mente di minuto in minuto. La volontà di analizzare l'esperienza invece di cercare di scacciare desideri non sani il prima possibile: essere e non più fare! 

E la volontà di analizzare l'esperienza è sostenuta dalla curiosità, che è naturalmente gratificante (dopamina).

Che sensazione dà la curiosità? Una bella sensazione. E cosa succede quando siamo curiosi? Cominciamo ad accorgerci che le voglie sono fatte di sensazioni - tensione, agitazione, inquietudine - e queste sensazioni vanno e vengono. Sono piccoli assaggi di esperienze che gestiamo di volta in volta invece di venire schiacciati da queste voglie spaventose che ci soffocano.

In altre parole, quando siamo curiosi ci allontaniamo dal nostro vecchio schema di abitudini basate istintivamente sulla paura e cominciamo a esistere: essere, non fare. Diventiamo scienziati dei nostri processi interiori e aspettiamo avidamente il prossimo aggiornamento sui dati.

Magari vi sembrerà troppo semplicistico per poter influenzare il comportamento, ma uno studio dimostra che l'addestramento consapevole è molto più efficace della tradizionale terapia per smettere di fumare. E quindi funziona.

Analizzando il cervello degli esperti di meditazione, abbiamo scoperto che alcune parti della rete neuronale del processo autoreferenziale, la Default Mode Network, erano coinvolte. Un'ipotesi è che una regione di questa rete, la così detta corteccia cingolata posteriore, sia attivata non necessariamente dalle voglie stesse, ma quando ci facciam prendere da esse, quando siamo risucchiati dal desiderio e cerchiamo di resistere.

Al contrario, quando lasciamo perdere - quando usciamo dal processo solamente con la curiosità di sapere cosa succede - questa stessa regione si calma.

Possiamo aiutare le persone a incanalare la loro capacità intrinseca di essere curiosi proprio quando la necessità di fumare o di mangiare compulsivamente ha inizio.

Quindi se non fumi e non ti ingozzi, magari senti la necessità di controllare la posta quando sei annoiato o cerchi di distrarti dal lavoro, o magari rispondi immediatamente a un SMS mentre guidi, prova a connetterti alla capacità innata di essere consapevole con curiosità di quello che succede a corpo e mente in quel momento. Sarà un'occasione di reiterare una delle nostre infinite ed estenuanti abitudini.. o di uscirne.

Invece di vedere un SMS rispondere immediatamente sendendosi un po' meglio:

Accorgiti dello stimolo > sii curioso > senti la gioia di lasciar perdere > e ripeti.

 

Spero che questo post ti sia utile per uscire dalle brutte abitudini.

Sii curioso e Keep Floating!

                                                                          Matthew Starwood    

 

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