CoVid-19: Meglio rimanere rilassati e consapevoli che farsi prendere dall'ansia
Credit to Dr. Matthew Starwood e Paolo Petracchi
Ho scritto questo post per mettere insieme le informazioni disponibili sull’epidemia da SARS-CoV2 causa della CoViD-19 perché ritengo sia utile a tutti per capire, “collegare i puntini”, uscire dalla psicosi di massa e prepararsi in modo consapevole alle scelte a cui ci troveremo difronte nei prossimi mesi.
Anche se il post è sviluppato analizzando informazioni che tutti possiamo reperire per la maggior parte da organi scientifici, non ho ritenuto necessario fare la liste delle referenze ma per una più facile consultazione ho inserito degli iperlink in tutte le frasi scritte in corsivo e che conducono con alle fonti originali ad esempio ISS, WTO, CNR, Nature, Wikipedia ecc
“Se conosci il nemico e te stesso, la tua vittoria è sicura. Se conosci te stesso ma non il nemico, le tue probabilità di vincere e perdere sono uguali. Se non conosci il nemico e nemmeno te stesso, soccomberai in ogni battaglia.” -Sun Tzu- 600-500 AC
Cosa sappiamo del SARS-CoV2 e della CoViD-19
Il SARS-CoV2 è un corona virus tipo retrovirus a RNA contenente segmenti di genoma di SARS (Sindrome respiratoria acuta grave) e HIV (virus dell’immuno-deficienza causa dell’AIDS), come questi ultimi siano finiti all’interno del suo genoma non è argomento del post ma apre le porte ad una possibile discussione sulla possibilità che questo patogeno sia un virus geneticamente modificato artificialmente o che sia il frutto di mutazioni spontanee.
Si ritiene che il SARS-CoV2 possa passare da ospite animale a ospite umano e viceversa.
Come ogni Corona virus (l'influenza stagionale è uno di questi) muta continuamente passando da una persona all'altra: è la strategia di sopravvivenza dei virus il cui unico scopo è replicarsi il più efficacemente (quantità) e efficientemente (minimo utilizzo di energia) possibile.
Al 13 Marzo 2020 il virus era mutato almeno 410 volte. Se volete conoscere di più sull’evoluzione di questo virus vi consiglio questo sito web https://nextstrain.org/ che raccoglie tutte le evidenze scientifiche sulle mutazioni del virus nel tempo e geograficamente.
Per chi vuole approfondire consiglio la lettura di questo articolo di Nature .
Ogni mutazione è un adattamento alle condizioni ambientali e all’ospite in cui si trova e nella norma, i virus tendono a smorzare la loro patogenicità man mano che mutano, ma possono anche talvolta diventare più letali magari passando da uomo ad animale e tornando in un ospite umano. Nell’Ottobre 2019 il Johns Hopkins Center for Health Security in partnership con il World Economic Forum e la Bill and Melinda Gates Foundation ospitarono una simulazione conosciuta come “Event 201“ prevedeva proprio lo scoppio di una pandemia originata da un corona virus altamente patogeno e virale che passava dal pipistrello amazzonico della frutta all’uomo e che si propagava dal Brasile al resto del mondo. Ad oggi si teme che se il virus una volta arriva in Amazzonia possa avvenire proprio questa pericolosa evoluzione e non è tanto una questione di come e dove ma piuttosto di quando questo avverrà.
Il Come ogni corona virus il SARS-CoV2 utilizza le proteine di superficie chiamati antigeni, sono quelle che ne hanno indotto il nome ovvero quelle che formano la sua “corona”. Sono chiamate H (emagglutinina) e N (neuramminidasi) e costituiscono le chiavi attraverso cui il virus si lega ai recettori posti sulla membrana cellulare aprendola e una volta entrati utilizzare le risorse della cellula per riprodurre decine di copie di se stesso con eventuali piccole mutazioni. Le H e N possono differire antigenicamente dando luogo a “varianti fenotipiche virali”. Negli uccelli sono presenti tutte quelle conosciute: 16 per l'H e 9 per la N che, combinandosi, determinano un grandissimo numero di "sottotipi" diversi, denominati ognuno con la sigla H(n)N(n). Le proteine H e N, si differenziano i mix e in quantità e determinano la selettività e la capacità del virus di infettare un tipo di cellula piuttosto che un’altro: vi ricordate il virus H5N1 aviaria o H1N1 influenza comune ecc. Una caratteristica interessante di queste proteine di superficie è che esse agiscono proprio attraverso un meccanismo di riconoscimento geometrico tridimensionale tipo chiave (serratura sulla cellula) che si chiama epitipo. E’ per questo che la loro forma è oggetto di studi particolari ed è anche il meccanismo di riconoscimento di alcune particolati cellule del nostro sistema immunitario chiamate Linfociti che copiano queste forme geometriche e producono gli anticorpi che si legano ad esse neutralizzando il virus memorizzando le chiavi geometriche ovvero gli epitopi per utilizzarli in futuro qualora si ripresentasse il patogeno.
I tempi di sopravvivenza e di persistenza del virus SARS-CoV2 sulle superfici non sono ancora conosciuti ma per analogia con altri corona virus si ritiene che resti attivo su superfici neutre (PH 6,8-7,2) in un intervallo di temperatura che va dai 4 ai 26 °C da poche ore a qualche giorno. La sua trasmissione all’ospite avviene per contatto con le mucose, aerosol e non si è ancora escluso che sia, come dicono gli americani, anche Airborne, ovvero trasportato dall’aria magari agganciandosi alle particelle delle micro-polveri comuni inquinanti in zone industriali. Tuttavia come tutti i suoi cugini Corna Virus è molto sensibile a sostanze acide, ossidanti e alcoliche.
La caratteristica più importante e distintiva del SARS-CoV2 è la sua elevatissima contagiosità. Si stima che abbia un R0 di 5 ovvero ogni paziente può in media infettarne a sua volta altri 5.
Come si identifica il soggetto che ha contaratto il SARS-CoV2? Lo si fa utilizzando l’analisi genetica a mezzo di prelievo con un tampone oro-faringeo del tessuto epiteliale all’interno della bocca e della faringe e amplificazione e sequenziamento genomico nPCR. Il tempone viene fatto a tutti quelli che si presentano in Ospedale accusando i sintomi della CoViD-19 e a tutti quelli che vengono segnalati o si auto-segnalano. Al 20/03/2020 risultano contagiati in Italia 47.027 ovvero 47.027 tamponi positivi, in realtà i contagiati sono molto di più perché ovviamente questo dato non tiene conto di tutti gli asintomatici che essendo asintomatici non vanno a fare il tampone ovvero altri +/- 109.700 a cui si aggiungono almeno altri +/- 31.300 che hanno riscontrato sintomi lievi e l’hanno scambiata per una normale influenza ma era SARS-CoV2 per un totale di 188.000 contagiati ovvero lo 0,31% della popolazione.
Ma è veramente così? No, i contagiati sono già milioni perché ognuno delle 188.000 persone al 10 di Marzo, giorno il quale sono scattate le misure di isolamento, era già venuto a contatto con in media altre 5 persone che a loro volta sono venute in contatto ognuna con altre 5 ecc ecc, ma che a regola non hanno mostrato sintomi tali per cui sarebbero state sottoposte a tampone. Questi sono i limiti del non fare tamponi a tappeto a tutta la popolazione.
L’infezione da SARS-CoV2 nel 70% dei casi si risolve in modo asintomatico ovvero l’ospite non si rende nemmeno conto di aver contratto un’infezione, in taluni soggetti possono presentarsi i sintomi dell’influenza comune stagionale con febbre (90% dei casi), tosse secca (oltre l’80% dei casi), stanchezza, respiro corto (circa il 20% dei casi) e difficoltà respiratorie (circa il 15% dei casi).
Per il 10% dei soggetti da un’analisi condotta dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS), su 155 soggetti deceduti in Italia al 6 marzo, appaiono meno comuni i sintomi gastrointestinali, come la diarrea o anche l'emottisi ovvero l'emissione di sangue dalle vie respiratorie ad esempio con un colpo di tosse. Ma un sintomo evidente era l’incapacità di poter completare un ciclo respiratorio normale senza incorrere in un colpo di tosse, sintomo forse più importante da tenere ben presente.
L’incubazione varia da 2 a 14 giorni, tipicamente 5-7 giorni. Non è ancora chiaro se durante il periodo di incubazione il paziente possa o meno essere contagioso (fonte WHO).
Nei casi più gravi ovvero circa 10% di tutti i casi in cui è stato riscontrata la presenza del SARS-CoV2 a mezzo analisi tampone oro-faringeo e amplificazione e sequenziamento genomico nPCR, si sviluppa la polmonite interstiziale acuta e insufficienza renale acuta. Nei casi più gravi si è riscontrata anche leucopenia (carenza di globuli bianchi) e linfocitopenia (carenza di linfociti).
La patologia causata dal SARS-CoV2 è chiamata CoViD-19 ed è una polmonite virale acuta caratterizzata dalla progressiva chiusura degli alveoli polmonari a causa dello stato infiammatorio generato dall’azione del sistema immunitario che cerca di contrastare l’infezione, e la graduale impossibilità di poter respirare autonomamente, da li a seconda della gravità, si ricorre progressivamente dall’inalazione di aria arricchita di ossigeno mediante maschera facciale, alla ventilazione polmonare assistita mediante “intubazione”.
Il virus entra nella cellula utilizzando la spike protein ovvero l’antigene di superficie che si lega ali recettori delle cellule polmonari e viene inglobato all’interno del citoplasma cellulare utilizzando le risorse della cellula per riprodurre copie di se stesso fino alla distruzione della cellula ospite. Una delle cause principali della suscettibilità all’infezione e questo vale in generale per tutte le infezioni virali, è lo stress ossidativo ovvero il consumo di risorse cellulari da parte della cellula per mantenere un temperatura adeguata al suo funzionamento. Infatti le cellule epiteliali del nostro apparato respiratorio ed in questo includo anche le mucose della laringe (gola) in virtù della loro funzione sono soggette ad un flusso di aria in ingresso che non sempre è a temperatura ottimale ovvero 36,4°C. Perché raccomandiamo sempre di coprirsi bene ed evitare colpi di freddo alla gola piuttosto che alla gabbia toracica e respirare dal naso? Proprio perché se questo non avviene le nostre cellule avranno bisogno di ristabilire una temperatura di funzionamento ottimale ed utilizzeranno l’ossidazione delle loro risorse interne per aumentare la loro temperatura. Inevitabilmente l’ossidazione produce sottoprodotti metabolici tossici come i radicali liberi che andranno a deteriorare componenti vitali per la cellula cagionandone la funzionalità e rendendola sempre meno capace di resistere all’azione del virus. Ad esempio modificando il pH della superficie della membrana cellulare facilitando il contatto fra l’antigene del virus ed il recettore sulla membrana cellulare stessa che potrà quindi legarsi al recettore ed entrare più facilmente all’interno della cellula infettandola e da li dar luogo alla replicazione ed alla patologia. Quindi prevenire non vuol dire soltanto mantenere in condizioni ottimali il nostro sistema immunitario rendendolo capace di riconoscere il virus e le cellule malate e di distruggerle, ma anche di mantenere le nostre cellule in condizioni di funzionamento ottimali.
La terapia a cui vengono sotto posti i “pazienti CoViD-19” ricoverati è essenzialmente antinfiammatoria e ventilatoria, ovvero si cerca di ridurre l’infiammazione che ostruisce gli alveoli polmonari e si ventila il paziente. In questi riguardi è molto promettente un anticorpo monoclonale conosciuto come Tocilizumab (Roche) che agisce bloccando la produzione dell'interleuchina-6, una potente molecola infiammatoria detta anche flogistica prodotta dal nostro sistema immunitario come risposta all’azione del virus. A questa si affianca la terapia antibiotica contro eventuali infezioni “opportuniste” batteriche.
Sono stati condotti tentativi con cocktail di medicinali anti-retro-virali che agiscono sulle cellule malate impedendo la replicazione del virus come quelli utilizzati per il trattamento dell’AIDS ma purtroppo con quasi nessun risultato.
Un’altra terapia che sta venendo utilizzata e si è dimostrata molto efficace nel combattere l’infezione è l’utilizzo della Idrossi Cloro China Phosfato, un anti malarico ben conosciuto e l’azitromicina, un antibiotico macrolide anch’esso ben conosciuto. L’Idrossi Cloro China modifica il pH della superficie delle cellule degli alveoli polmonari rendendolo meno suscettibile se non totalmente schermato all’azione del virus: in parole semplici e senza entrare nel dettaglio, la spike protein, oltre alle affinità geometriche con il recettore sulla membrana cellulare, ha anche una sua polarità ben precisa che viene viene repulsa dalla membrana cellulare la cui superficie si carica dello stesso segno della carica della spike protein impedendo che antigene e recettore si leghino. L’azitormicina previene l’insorgenza di infezioni batteriche opportuniste ed è meno soggetta a generare fenomeni allergici come invece può avvenire per altri antibiotici e rende quindi il trattamento adatto alla stragrande maggioranza dei pazienti.
E’ degna di nota e molto promettente una ricerca pubblicata sul sito BioRxiv dal gruppo dell'Università olandese di Utrecht guidato da Chunyan Wang sull’azione di un anticorpo monoclonale ricombiante chiamato 47D11 mAb che circonda la corona del virus e ne impedisce la possibilità di infettare le cellule. L’anticorpo infatti costituisce la risposta al superamento del problema di quello che è conosciuto come peccato originale antigenico o anche “effetto Hoskins”. In parole semplici il sistema immunitario tende ad affrontare i virus con le armi sviluppate grazie ad anticorpi precedentemente creati o venendo a contatto con lo stesso patogeno o con patogeni simili o mediate vaccino stagionale, così facendo "s'inganna" andando a combattere in modo non mirato il Sars-CoV-2 ed inibendo anche la creazione di nuovi anticorpi naturali (naive) che potrebbero copiare al 100% il patogeno e distruggerlo. Nel frattempo le interleuchine prodotte dal sistema immunitario contro il virus sviluppano l’infiammazione che va a ostruire gli alveoli ed il Sars-CoV-2 continua ad infettare sempre nuove cellule.
Dall’inizio della crisi cinese ma molto probabilmente già da prima, le quotazioni di svariate case farmaceutiche specializzate nello sviluppo di vaccini antinfluenzali “tradizionali” e quelli chiamati in gergo “vaccini a DNA”, hanno visto aumentare in modo esponenziale i loro valori quasi seguissero l’aumento esponenziale dei contagi. Tuttavia è impensabile l’arrivo di un vaccino testato prima di 12-18 mesi, sempre che questo risulti efficace.
E’ bene precisare adesso che anche l’influenza stagionale è causata da un corona virus. Il Vaccino anti influenzale classico, ovvero anti corona virus, è quello che viene preparato prendendo in considerazione in modo “predittivo” quanti più ceppi virali mutati o varianti del virus possibile che poi vengono replicati in quantità con metodi basati sulla riproduzione di massa all’interno di singole cellule o colture cellulari. Il metodo più classico è quello che prevede la riproduzione del virus in una delle più grandi e comuni cellule conosciute: le uova di pollo: 72 ore a 35 °C. Una volta inoculato il vaccino questo genera una piccola infezione alla quale il nostro sistema immunitario reagisce producendo gli anticorpi specifici copiando gli antigeni di superficie H e N in tutte le varianti dei virus considerati e contenuti del vaccino.
Se tuttavia, una volta prodotto il vaccino, per qualche motivo insito nella sua natura il virus muta e questa mutazione non rientra fra quelle previste e quindi presenti nel vaccino inoculato e contro cui il sistema immunitario della persona vaccinata ha prodotto gli anticorpi, il vaccino non è efficace contro quella particolare composizione di antigeni H e N. E’ questa la ragione per la quale i vaccini anti influenzali vanno rifatti tutti gli anni e coprono se va bene solo il 30% dei casi, ovvero la loro inefficacia è del 70%. Più velocemente il virus muta, più inefficace risulta un vaccino della tipologia Classica predittiva perché appunto non si riesce a coprire tutte le possibili mutazioni che questo in brevissimo tempo riesce a generare. Il Sars-CoV-2 al 13 marzo ovvero 3 mesi dopo l’inizio della crisi cinese era mutato già 410...
E essendo la risposta del nostro sistema immunitario sempre specifica e a causa del peccato originale antigenico (vedi sopra), non è vero che il sistema immunitario si allena a produrre anticorpi sempre più efficaci man mano che viene sollecitato con questa tipologia di vaccini.
I vaccini a DNA più studiati sono formati da plasmidi, modificati in modo da trasportare geni che specificano una o più proteine antigeniche (H e N) normalmente prodotte da un certo patogeno.
Questi vaccini, contenendo solo piccoli frammenti del genoma, non possono indurre la malattia.
Un meccanismo per veicolare i plasmidi, così si chiamano questi piccoli pezzi di DNA, all’interno delle cellule consiste nell’iniettare direttamente i geni (tipicamente nelle cellule della cute o delle mucose).
Una volta all’interno delle cellule, alcuni dei plasmidi ricombinanti si dirigono verso il nucleo e istruiscono la cellula a sintetizzare le proteine antigeniche per cui il plasmide codifica.
Queste proteine possono suscitare un’immunità umorale (anticorpale) quando sfuggono dalle cellule, e un’immunità di tipo cellulare (mediata dai linfociti killer) quando vengono frammentate e successivamente esposte sulla superficie cellulare (come accade quando le cellule ospitano un patogeno attivo).
E’ chiaramente un rompicapo di ingegneria genetica il trovare la giusta combinazione di plasmidi e la capacità di essere riconosciuta come cellula malata e non dal sistema immunitario.
In teoria ma anche in pratica i vaccini a DNA presentano 3 svantaggi non trascurabili: Possibilità di ricombinazione con altre regioni di DNA, Possibilità di integrazione nel genoma ospite, Possibilità di induzione anticorpi anti-DNA. In altre parole modificano in modo irreversibile il genoma delle cellule dell’individuo, (pag 55 della presentazione) in cui vengono iniettati perché introducono dei pezzi di DNA estranei non mediati dall’evoluzione naturale dell’individuo. Questa caratteristica costituisce anche il rovescio della medaglia in quanto l’attivazione delle nostre cellule a “far spuntare” queste particolari proteine sulla loro superficie, può indurre il nostro sistema immunitario a riconoscerle come cellule malate ospitanti un patogeno attivo e ad attaccarle generando patologie autoimmuni, sterilità, incapacità a portare avanti una gravidanza ecc, (Dott.ssa Loretta Bolgan). Tutte condizioni irreversibili perché derivanti dalla modificazione del DNA umano, che si rendono visibili sul lungo termine ovvero nell’arco di anni e che quindi inevitabilmente sfuggono al periodo di monitoraggio imposto per legge prima dell’introduzione del farmaco e che è tipicamente si svolge nell’arco di alcuni mesi.
Lo sviluppo dei vaccini per il Sars-CoV-2, così come quelli per l’HIV e quelli contro alcuni tipi di cancro vista l’elevata suscettibilità a mutare da parte di questi virus sta andando solo in questa direzione.
Quindi al omento non esiste farmaco o cura per debellare l’epidemia in tempi rapidi.
Il 99,1% delle vittime avevano in media 2,7 patologie gravi pregresse. Il dato è stato ottenuto in 355/2003 deceduti (17,7% del campione complessivo). Il numero medio di patologie osservate in questa popolazione è di 2.7 (mediana 2, Deviazione Standard 1.6). Complessivamente, 3 pazienti (0,8% del campione) presentavano Zero patologie ma risultavano essere stati sottoposti a stati di stress (burn out) prolungato o erano trattati con anti depressivi, 89 (25,1%) presentavano 1 patologia, 91 presentavano 2 patologie (25.6%) e 172 (48,5%) presentavano 3 o più patologie.
L’età media dei pazienti deceduti e positivi a COVID-19 è 79.5 anni (mediana 80.5, range 31-103, Range InterQuartile - IQR 74.3-85.9). Le donne sono 601 (30.0%). La figura 1 mostra che l’età mediana dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 è più alta di oltre 15 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione (età mediane: pazienti deceduti 80.5 anni – pazienti con infezione 63 anni). La figura 2 mostra il numero dei decessi per fascia di età. Le donne decedute dopo aver contratto infezione da COVID-19 hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 83.7 – uomini 79.5).
I presidi sanitari di prevenzione sono costituiti dalle mascherine, antibatterici e antivirali ad uso topico come l’oramai introvabile Amuchina (gel alcolico), Ipoclorito di sodio e guanti monouso.
L’utilizzo di questi presidi tuttavia viene esagerato e non fatto correttamente.
In particolare non tutte le mascherine sono uguali si possono dividere in due categorie: quelle ad uso collettivo e quelle ad uso individuale. Hanno tutte una sigla FFP che identifica che il presidio è una mascherina facciale ed un numero 1, 2, 3.
FFP1 servono per impedire che quando parliamo con qualcuno particelle di aerosol possano raggiungere l’altra persona ma non garantiscono che quelle particelle rilasciate dall’altra persona possano non arrivare ai vostri polmoni. Si definiscono a protezione collettiva nel senso che per essere efficaci bisogna averle in due.
FFP3 sono quelle a isolamento totale (5 % perdita massima) sia per quel che esce che per quel che entra e si definiscono a protezione individuale nel senso che sono efficaci anche se quello con cui parlate non ce l’ha.
Le FFP2 sono intermedie ma comunque a protezione collettiva cioà se parlate con qualcuno che può contagiarvi vi contagia.
Le mascherine FFP3 sono in uso ai medici che sono in contatto diretto con gli ammalati in terapia intensiva, Le altre mascherine sono utilizzate male perché le persone ritengono che possano servire a proteggere se stesse ma invece servono per produrre gli altri e quindi vengono indossate sempre anche quando non servono e per troppo tempo e questo ne causa l’inefficacia. E’ inutile indossare una mascherina quando non siamo a meno di 1 metro da un’altra persona.
I prezzi sono andati alle stelle e quello che a dicembre poteva essere acquistato per € 1,5 adesso costa € 21.
I Guanti Monouso vengono utilizzati male soprattutto per ignoranza, perché non sono presidi che le persone utilizzano abitualmente per proteggersi da patogeni, infatti chi non è del mestiere tende ad indossarli e a toccare tutto distribuendo il virus su tutte le superfici toccate: la spesa al supermarket è un esempio di disseminazione del virus incredibile perché poi molto di quel che viene comprato viene poi riposto a mani nude nel frigo o nella dispensa e sempre a mani nude viene utilizzato magari anche toccandosi subito dopo naso, occhi o bocca.
Si tende tuttavia a ignorare le mirabili capacità del nostro corpo in termini di “bio warfare”, siamo dotati infatti del più potente arsenale biologico sulla faccia del pianeta e non sappiamo utilizzarlo al meglio. La nostra pelle è ricoperta da quello che si chiama Micro-Biota ovvero quel mix di Batteri Funghi, Virus che vivono in simbiosi con noi. Ce ne sono a decine di miliardi fuori e dentro di noi. Loro sono i primi presidi ad attivarsi quando veniamo in contatto con il virus, il nostro PH cutaneo acido intorno a 5 è un ulteriore arma contro il Sars-CoV-2. Ma ce ne siamo dimenticati. Se è vero che il virus sopravvive sulle superfici neutre per ore, è vero anche che esso non sopravvive su superfici inospitali come la nostra pelle attaccato dai microrganismi nostri amici che lo bloccano e dal PH acido che lo uccide. In media nessun patogeno resiste per più di 15 min sulla nostra pelle. Il trucco sta nel non mettersi le mani nella bocca, nel naso o toccarsi le mucose degli occhi. Eppure il jingle continuo alla TV recita: “lavatevi continuamente le mani o disinfettatele”... Così facendo non si fa altro che andare a diminuire l’efficacia delle nostre risorse difensive naturali. Ma è inutile perché la psicosi si è talmente radicata nella testa della gente che nemmeno prova più a opporre un pensiero critico, una ricordo di quel che gli possano aver insegnato a scuola, o di quello che in tempi non sospetti possa averli detto il pediatra o il medico di famiglia circa lo sviluppo degli anticorpi ed il sistema immunitario, figuriamoci andare a cercarsi le informazioni sulla rete. E se anche le trovano, e si accorgono che differiscono dal mantra recitato dai media main stream le ignorano e lo tacciano come una Fake News.
Da 10 giorni oramai siamo in isolamento ovvero agli ADS “Arresti Domiciliari Sanitari“, tutti in quarantena perché si sta cercando di contenere l’epidemia mediante l’isolamento. Si ritiene infatti che, minimizzando al massimo la sorgente di contagio, si riesca a dar tempo alle persone contagiate di guarire (da soli o tramite assistenza sanitaria) e all’epidemia di esaurirsi per mancanza di ospiti in cui il virus possa riprodursi per poi contagiare altri. Fortunatamente nella stragrande maggioranza dei casi il decorso risulta asintomatico e si esaurisce in una settimana per qui questa strategia seppur lunga e con costi sociali enormi risulta essere una via di uscita e per il momento l’unica praticabile. Così almeno ci dice il grande fratello.
Analizziamo adesso le principali cause di morte di tutte le persone decedute per cause riconducibili a malattia. Chiariamo come prima cosa significa causa di morte: La causa di morte per l’ISS risulta essere la motivazione o la patologia per la quale avviene il decesso. Per decessi avvenuti in Ospedale è Obbligatoria eseguire l’esame autoptico per definire la causa di morte cosa che per il CoViD-19 non mi risulta sia stata fatta.
Leggendo velocemente il Sole 24 Ore del 18 Marzo 2020 il CoViD-19 appare essere la 13ma causa di morte con 3405 decessi... La “polmonite” è la 14ma 2917 decessi e le “altre malattie del sistema respiratorio” la 15ma con 2872 decessi. Ma è veramente così? Ovvero perché su un giornalone come il Sole 24 Ore viene pubblicata una notizia palesemente FALSA e smentita dall’ISS vedi dati sopra. Estendendo tali dati statistici a tutti i 3405 decessi imputati a CoViD-19 al 19/03/2020 soltanto lo 0,8% di tutte le morti sono imputabili esclusivamente al CoViD-19 ovvero 27 decessi NON 3405 decessi cioè statisticamente nessuno e precipitando al 69° posto della classifica!!!
Il mio Amico Luca A. quando ancora era lucido avrebbe detto: “ma di cosa stiamo a parlà?!”
Quindi tutta questa pressione mediatica main stream con jingle ipnotici che fungono da ancora di richiamo come quelli che sentiamo i TV, il bombardamento a cui siamo sottoposti modello Savonarola “Ricordati che devi morire” a cosa serve? Qui prodest? Lo vediamo dopo.
In pratica siamo agli ADS in quarantena in casa, abbiamo fermato un paese intero riducendolo al default soltanto perché le risorse sanitarie a disposizione del pubblico sono assolutamente insufficienti ad assorbire livelli di occupancy come quelli richiesti dalla CoViD-19 ovvero: carenza di posti in terapia intensiva (solo 5000 in tutta Italia ovvero 8,4 ogni 100.000 aitanti contro i 28.000 della Germania ovvero 30 posti ogni 100.000 abitanti), carenza di ventilatori polmonari, carenza di personale medico e paramedico dovuti a incoscienti tagli a colpi di spending review per rientrate nei parametri Debito/Pil imposti da Maastricht, il famoso 3% per intenderci perché insomma ce lo chiedeva l’Europa e qualcuno che gridava “...Fate Presto!” e che evidentemente continua a pubblicare notizie false.
Appare allora che la pericolosità del Sars-Cov-2 sia dovuta solo ed esclusivamente alla sua capacità di contagiare, in modo virale appunto, ed indurre in pazienti comorbidi, ovvero pazienti con in media 2,7 patologie conclamate gravi, la CoViD-19 cioè polmonite interstiziale grave e quindi quella di saturare completamente le risorse sanitarie di terapia intensiva a disposizione sul suolo italico; ma che, in pazienti sani, ha una mortalità statisticamente inesistente in confronto ad altre patologie come la stessa comune e ricorrente influenza invernale che si evolve in polmonite e causa circa 18.000 morti veri ogni anno e per i quali nessuno si scomoda: non parenti a piangere in TV non i giornalisti dietro ad uno scoop, non camion militari a trasportare bare.
E allora perché tutto questo tumulto?
Qualcosa non torna... direbbe mio nonno dopo aver messo in fila i birilli...
La concentrazione geografica dei contagiati e soprattutto dei deceduti mostra delle analogie interessanti.
Non è un caso che le zone con più contagi ed elevata mortalità (circa 1689 casi) siano il Bresciano, Milano e la pianura padana, in particolare queste zone mostrano le più alte concentrazioni di micropolveri e smog in Italia. Secondo recenti studi le micropolveri ed lo smog sono utilizzate dal virus per essere airborne ovvero aereo-trasportato ed essere inalato e depositato negli alveoli polmonari con più facilità. Le persone che abitano nelle zone più inquinate manifestano uno stato cronico di infiammazione polmonare che può aver indotto ad un ritardo nell’accorgersi che invece era CoviD-19 e questo ha consentito un progressivo peggioramento del quadro clinico fino ad un punto di difficile risoluzione.
Nelle zone di picco risultano anche attive svariate decine di ripetitori 5G e il 95% dei deceduti proprio in virtù del fatto che erano affetti da patologie gravi, avevano tutti fatto il Vaccino antinfluenzale stagionale, e nelle province di Brescia e Bergamo lo scorso gennaio era stata praticata una vaccinazione a tappeto contro il Meningococcico come profilassi per casi che erano avvenuti in zone periferiche della provincia.
Senza voler entrare nella polemica Vax No Vax è interessante notare come proprio in virtù della ricerca condotta all'Università olandese di Utrecht guidato da Chunyan Wang sull’azione di un anticorpo monoclonale ricombiante chiamato 47D11 mAb, sopra discussa, la presenza di anticorpi contro i vari ceppi di corona virus propri dell’influenza stagionale indotti dal vaccino, possa aver influito negativamente sul progresso della malattia che, a causa del peccato originale antigienico, ha avuto un decorso più grave dovuto all’incapacità da parte del sistema immunitario di reagire prontamente con la produzione di anticorpi naturali (naive) specifici sviluppati sugli antigeni del Sars-Cov-2 perché ingannato dalla presenza degli anticorpi per l’influenza stagionale già disponibili. Ci sono studi usciti a gennaio di quest’anno che addirittura considerano del 36% in più la possibilità di incorrere in decorsi gravi della CoViD-19 in caso si sia stati vaccinati con vaccini anti influenzali a causa dell’interferenza virale che questi possono indurre nell’invio da parte del sistema immunitario di anticorpi non specifici.
Per quanto riguarda la vaccinazione antimenigococcica, è verosimile che possa essersi verificato un caso di interferenza fra la produzione di anticorpi contro i batteri inattivati del meningococco indotta dal vaccino e la richiesta di anticorpi specifici contro il nuovo Virus SARS-CoV-2: il sistema immunitario ha ritardato la produzione di anticorpi contro il virus perché occupato nella produzione di quelli contro il meningococco che è un batterio. In parole semplici questa situazione si verifica spesso quando si viene vaccinati o contro un virus o contro un batterio: il nostro sistema immunitario non può gestire entrambe le infezioni contemporaneamente: è per questo che sovente le persone più cagionevoli sono soggette a bronchiti batteriche subito dopo essere state vaccinate con l’antinfluenzale.
Nell’ottobre del 2019 nella città di Wuhan sono state installate 30.000 nuove antenne wireless 5G di quinta generazione (3.000 Stazioni Radio Base e ben 27.000 nuove mini-antenne a microonde millimetriche) ed i primi casi di CoViD-19 sono apparsi già a novembre. Il più grande start up di 5G World wide. Analogamente nelle province lombarde dove si sono verificati la maggior parte delle complicanze e dei decessi, sono presenti da Dicembre decine di antenne base (quelle ad elevata potenza) di ripetitori 5G. Stessa Coincidenza anche nel nord ovest della Toscana così come nel Veneto. Il dispiegamento a tappeto della technologia 5G è stato bloccato in molte Nazioni proprio in virtù del fatto che non è dimostrato che questa tecnologia altamente invasiva e pervasiva non influenzi negativamente proprio il funzionamento del sistema immunitario. Studi condotti su mammiferi da laboratorio mostrano effetti devastanti che si ritiene siano possibili (sicuri) anche sull’uomo.
A brevissimo saremo circondati da questi campi sia a terra sia direttamente dallo spazio avrete sicuramente sentito parlare della “Starlink” la costellazione di micro satelliti in orbita bassa di Elon Musk , peraltro visibili a seconda dell’esposizione solare nelle notti limpide. Questi satelliti costituiranno la più capillare rete di scambio informazioni e permetteranno la copertura totale sella superficie del pianeta utilizzeranno la tecnologia 5G per ricevere e ritrasmettere dati.
Temo tuttavia che questo sia un sentiero che il nostro ISS non credo vorrà percorrere perché darebbe fiato alle trombe dei No Vax.
Allora visto che è impossibile arrestare il contagio, e che è facile identificare i soggetti a rischio perché non si è provveduto a fare quel che hanno fatto in Giappone e Corea ovvero fare il tampone a tutti, individuare i positivi ed organizzare un’assistenza specifica per loro mettendoli in ADS e fornendoli tutta l’assistenza necessaria fino all’arrivo della bella stagione invece di distruggere il paese? Forse la stima preliminare dei costi avrebbe spaventato un pò la nostra improvvida ed incompetente classe dirigente? Ma difronte al rischio di default questo ed altro. E’ un dato di fatto che governo italiano era già al corrente della possibilità di questa pandemia sia perché informato a fine dicembre 2019 fa fonti dell’intelligence statunitense, sia perché il 31 Gennaio ha emesso un decreto legge dove si prevedeva lo stato di emergenza di 6 mesi quindi ha avuto tutto il tempo per poter decidere e provvedere ma così non è stato. Situazione simile in altri stati europei.
Alla luce di quanto sopra: se non siete affetti da patologie gravi, se non vi siete fatti il vaccino anti influenzale, se non vivete in una zona con aria molto inquinata e in presenza di antenne 5G, potete stare relativamente tranquilli.
Quindi quello che possiamo fare è prevenzione, preparare il nostro sistema immunitario a reagire al meglio nei confronti del patogeno evitando l'acidosi, lo stress ossidativo dei tessuti, in particolar modo di quelli epiteliali polmonari. Per far questo possiamo agire in due modi: alimentazione e riduzione di stress ed ansia.
ALIMENTAZIONE:
Evitate grassi saturi e carboidrati che generano radicali liberi Mangiate frutta e verdura crude (ben lavate)
Fettina 3 mm di Ginger ovvero zenzero crudo ogni giorno
Fettina 3 mm Curcuma cruda + 1 grano di pepe per attivarne i principi ogni giorno
Spremuta di 1 limone al mattino ogni giorno.
-Io non ho mai più preso in raffreddore o un'influenza da quando faccio queste 4 cose-
INTEGRATORI consultate sempre il vostro medico al riguardo
Vitamina A (Anti Ossidante)
Vitamina E (Anti Ossidante)
Vitamina D3 (Potenzia il sistema immunitario)
Vitamina C
Lisozima (antivirale naturale che produciamo anche nel nostro corpo)
Fermenti Lattici (Attivano il sistema immunitario)
E se volete anche Oscillococcinum
PER LE MASCHERINE:
Olio essenziale di timo bianco Anti Virale e Anti Batterico e potete metterne 2 gocce sulla sulla mascherina
Olio essenziale limone Anti Virale e Anti Batterico e potete metterne 2 gocce sulla sulla mascherina
Abbiate cura di mettere l’olio essenziale sulla parte esterna.
Vi consiglio l’esposizione giornaliera per almeno un ora ai raggi del sole per più superficie della possibile per stimolare ancor di più la produzione di vitamina D da parte della pelle.
STRESS E GESTIONE DELL’ANSIA
In questo blog abbiamo trattato più volte di come il mantenimento di stati di ansia e stress per periodi prolungati possa cagionare anche in modo irreparabile il funzionamento del nostro sistema endocrino ed immunitario nonché condurre anche alla depressione. vi consiglio di cercare gli articoli e leggerli aiutandovi con la funzione cerca in questo sito web. Tuttavia mi permetto di darvi alcuni consigli generali:
Ansia: Accoglietela ed usatela come un propellente per stimolare le vostre giornate. Quando vi sentite sopraggiungere un attacco accoglietelo senza respingerlo od evitarlo, sdraiatevi sul letto o sedetevi su una poltrona comoda, concentrate la vostra attenzione sulla parte del corpo dove questo vi pare si concentri (solitamente è la pancia), metteteci una mano sopra e pensate a qualunque cosa vi abbia fatto sentire bene, appagati, in armonia. Vi accorgerete che con l’andar del tempo lo stimolo si attenuerà e vi farà acquistare progressivamente sempre più fiducia in voi stessi che diventerete sempre più consapevoli di poter affrontare tale stimolo ansiogeno.
Stress: dedicatevi ad attività piacevoli che assorbano la vostra attenzione e la distolgano dai processi mentali che vi occupano la mente. Cucinate, leggete un libro, meditate, giocate, perché giocare non è proprio soltanto dei bambini ma è insito nell’essere umano.
Ma soprattutto non appena il blocco della quarantena sarà finito venite a trovarci e fatevi qualche sessione di Floating.
Spero che questo articolo che ho scritto sia per voi che per gestire il mo stato di stress possa esservi utile.
Un Abbraccio.