Dopo aver trascorso le ultime due ore al Floating Flo stavo camminato verso il luogo dove devo parcheggiato l’auto prima di accorgermi che avevo ancora in piedi le loro flip flop (infradito). Mentre guidavo verso casa mi sono fermato per far attraversare la strada a degli anziani anche se erano fuori dalle strisce e non mi sono infuriato quando un automobilista mi ha tagliato la strada. Al contrario mi sentivo calmo, distaccato, consapevole e molto rilassato. Quel tipo di comportamento era sicuramente fuori dalle mie corde, ma mi piaceva. In gergo Floating si chiama "Glow effect".
In un cocoon grande quasi come una fiat 500, un uovo sdraiato su un fianco, fluttui in 26 cm circa di soluzione contenente 520 kg di Sale di Epsom la cui salinità è sufficiente a farti galleggiare sulla superficie senza alcuno sforzo; per chi è stato sul Mar Morto la sensazione è quella ma con la piacevole differenza che si è da soli, isolati e la soluzione ha un effetto emolliente sulla pelle.
Una volta chiusa la metà superiore del cocoon (potete anche lasciarlo aperto), al suo interno non si vede, non si sente e non si odora alcunché.
“Il floating POD come si chiama in gergo è disegnato per minimizzare al massimo la stimolazione sensoriale ed è anche per questo che sono anche conosciuti come vasche di deprivazione sensoriale” - dice l’Ing. Paolo Petracchi direttore del centro di galleggiamento Floating Flo, uno dei centri Float & Co, un franchising che produce anche queste speciali vasche denominate Theta 1 e Theta 2- “E la soluzione è mantenuta alla temperatura superficiale della tua pelle (34,6-35 °C), in modo fa rendere quasi impossibile per il cervello determinare dove finisce il corpo ed inizia la soluzione”.
Lo scopo è quello di minimizzare se non interrompere le stimolazioni esterne in arrivo al cervello, dirigendo l’attenzione verso l’interno, e facendo si che il cervello riduca le sue attività di autoanalisi e auto feed back, come quando si pratica la meditazione o qualche forma di yoga.
La terapia del Floating o Galleggiamento è in giro dagli anni ’50 quando uno scienziato americano sviluppo la prima vasca di Floating. Il business del Floating ebbe un’impennata all’inizio degli anni ’80 quando William Hurt interpretò il personaggio principale di Stati Alterati, un ricercatore che combinava esperimenti nelle vasche di deprivazione sensoriale e l’assunzione di droghe allucinogene che generavano stati alterati di coscienza. Nel 2012 Il floatingvenne anche ripreso in un episodio dei Simpsons in cui Lisa, durante una sessione di Floating faceva un’esperienza mistica e Homer avrebbe voluto urinare nella vasca.
Oggi, sta avendo in boom a livello mondiale e si sta vedendo la comparsa di sempre più numerosi centri di galleggiamento soprattutto in Nord America, dove esistono anche centri con più di 14 PODs.
Dr Matthew Starwood che collabora con Floating Flo fin dalla sua apertura e che ha un master in Chiropratica al SCUHS, California spiega come tutta questa popolarità sia dovuta in parte al fatto che sempre più persone sono alla ricerca di una minore stimolazione sensoriale per ottenere una più alta connessione con il proprio “se” più profondo, “the deep self”. Il tempo a disposizione di ognuno di noi è sempre più risicato e praticare la meditazione, lo yoga o il Mindfulness con profitto è molto difficile e necessita di una pratica molto rigorosa e lunga. E’ per questo che sempre più persone utilizzano il Floating per raggiungere stati meditativi profondi che gli permettono la connessione al se profondo in tempi velocissimi e senza alcun rigore o sforzo.
Atleti olimpici, professionisti e dilettanti praticano il Floating sia per accelerare il recupero da infortuni, allenamenti e competizioni, sia per aumentare le performance di Forza durante la competizione. Molti di loro quando sono nella vasca praticano le “tecniche di visualizzazione” per perfezionare i movimenti. Il Floating è largamente utilizzato per trattare ansia, depressione, dipendenze, dolore cronico, fibromialgia e artrite.
Dopo aver ricevuto un piccolo briefing introduttivo, sono stato accompagnato nello spogliatoio e successivamente nella mia stanza dove è presente un Floating POD - la vasca di galleggiamento per intenderci i-, una doccia con prodotti per sterilizzare il corpo e preparare la pelle ad adsorbire il magnesio.
Una volta fatta la doccia entro nella vasca che qui chiamano anche Theta, Ho lasciato per un momento il coperchio aperto poi l’ho chiuso definitivamente. Non appena la parte introduttiva di 12 min di cromo-terapia e solfeggio armonico è finita il buoi ed il silenzio mi hanno avvolto. Da quel momento il mio cervello ha cominciato ad andare in uno stato di iperattività e a "rimuginare": - Come posso stare qui dentro per più di 5 minuti? Questo è per “i figli dei fiori” non per me, Che ora è? Che ci faccio qua dentro a perder tempo quando ho un sacco di cose importanti da fare? Mi fa caldo, mi fa freddo, respiro non respiro, oddio il mio cuore batte fortissimo come un tamburo. Sto respirando troppo rumorosamente? Cosa devo fare con le mie braccia e le mie gambe? E che succede se si dimenticano di me? E se mi addormento? E… circa 20 minuti più tardi mi ha preso. O meglio mi ha fermato: il mio respiro si è rallentato, le mie spalle sono scese e il mio mal di testa se n’è andato.
Mi sento bene, appagato, contento. 60 min dopo una musica soft mi risveglia, la vasca si colora di blu e capisco che è il momento di uscire. Già finito? Da quando le luci si sono spente il tempo è volato. Mi son sembrai 5 min… ma era un ora!
Mi dicono che è tutto normale. E la prova che sono effettivamente andato giù in iper-rilassamento e deprivazione sensoriale - qui lo chiamano “stato theta”- è il fatto che la parte della sessione con la musica e con la luce mi sia sembrata più lunga rispetto a quella al buio ed in silenzio in cui non ci sono riferimenti spazio temporali che possano aiutare a tener conto del tempo che passa.
“E’ naturale che ad alcune persone possa volerci più tempo per rilassarsi profondamente rispetto ad altri, fa parte del processo di apprendimento e dell’effetto dell’accumulo” mi spiegano. Statisticamente su 60 min di galleggiamento la prima volta si riesce a raggiungere lo “Stato Theta” dopo circa 40 min, che diventano 25 la seconda volta per poi arrivare ai 15 la terza e stabilizzarsi intorno a 10 min di induzione dalla quarta in poi in cui si può godere di almeno 50 min di “Nirvana”. Ovviamente si possono fare sessioni più lunghe allungandole di 30 minuti in 30 minuti. Il processo di apprendimento necessita di una sua regolarità che va rispettata e che richiede almeno una sessione la settimana se possibile meglio due.
Dalla quarta volta in poi sai quel che ti aspetta e vai giu dritto a stringere la mano al tuo “deep Self”.
Anche persone che si dichiarano “claustrofobiche” vengono a galleggiare per superare la loro fobia. Semplicemente la sensazione di fluttuare in un mezzo infinito è più forte della loro fobia e chi inizia la sessione con il cocoon aperto finisce sempre per chiuderlo per cercare di fluttuare in un ambiente confinato e protettivo rispetto a quello infinito in cui si ha la sensazione di fluttuare. In pratica“agorafobia e claustrofobia si annichilano”… provare per credere. Qui ci dicono che solo 3 personesu più di 1800 clienti hanno lasciato il coperchi aperto…
Dopo la prima esperienza ci raccomandano di definire un’intenzione o un obiettivo da portare nella vasca come per esempio il connettersi con il proprio deep self, il contemplare un problema, o stimolare una nuova idea.
Molte coppie o gruppi vengono a Floating Flo per galleggiare insieme (ovviamente ognuno nel suo pod) e qualcuno cerca di connettersi con esperienze extracorporee… a detta di alcuni di loro ci riescono pure.
Pensiamo al Floating come una pratica che permetta di farci capire cosa ci tiene insieme (anima e corpo) e ci faccia andare avanti. Una pratica per migliorarci, una scorciatoia per trovare il nocciolo delle questioni che ci occupano nelle nostre giornate sempre più piene di impegni e che possa migliorare il nostro stato di salute alleggerendoci, liberandoci dallo stress e dai pensieri limitanti.
... keep floating
Marco G.
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