Mal Di schiena? Hai mai Provato il Floating?
Scritto da Dr. Matthew Starwood
Il mal di schiena colpisce milioni di persone ogni anno, è una sintomatologia che non si risolve ma tende a cronicizzarsi e con la quale solitamente si deve imparare a convivere cercando di limitarne gli effetti ed intervenire quando si manifestino le prime avvisaglie di un possibile attacco.
Sintomatologia Lombosciatalgia, Mal di schiena, Colpo della Strega, Lombalgia, Sciatica, sono tutti nomi riconducibili ad una sintomatologia più o meno comune caratterizzata da dolore che, partendo dalla zona vertebrale della schiena solitamente intorno a L5S1 (quinta vertebra dorsale e prima sacrale: lombalgia), si irradia a tutto il nervo sciatico fino al piede, causando un intorpidimento (perdita di sensibilità) su una gamba ed un forte mal di schiena che in alcuni casi, partendo da un bruciore o indolenzimento più trasformarsi in un blocco volontario dei movimenti per colorazione acuta.
Cause Può avere molteplici cause che vanno da un semplice colpo di freddo, che può provocare uno spasmo muscolare, ad una variazione della pressione atmosferica, da uno strappo muscolare a livello intervertebrale o paravertebrale, da una contrattura muscolare, da una protrusione del disco intervertebrale, causata da un’ernia del disco, che fuoriuscendo dalla sede intervertebrale va a comprimere solitamente solo uno dei due fasci nervosi che scorrono ai due lati delle vertebre, ma anche da una compressione radicolare per schiacciamento del disco intervertebrale. Può essere inoltre dovuta ad uno sforzo fisico intenso o apiù ripetuti sforzi fisici, ma anche a problemi postulare causati spesso da sedentarietà e posizioni scorrette, nonché da osteoporosi o tumori.
Meccanica In larga parte la meccanica sfocia nella sintomatologia descritta sopra è comunque da ricondursi ad una compressione involontaria e progressiva di un dischetto intervertebrale ad opera della muscolatura intervertebrale. In pratica i dischetti intervertebrali sono costituiti da una matrice proteica imbevuta di acqua che agisce come un ammortizzatore. Un eventuale schiacciamento causato da sforzi improvvisi o continuati causa il danneggiamento del dischetto che porta all’avvicinamento delle vertebre appoggiate sui suoi due lati. Questo causa generalmente dolore ed infiammazione che il nostro corpo cerca di contrastare irrigidendo i muscoli intervertebrali nel tentativo di immobilizzare le vertebre. Purtroppo un questa situazione invece che migliorare le cose peggiorano: il dischetto viene progressivamente strizzato e come una spugna perde l’acqua al suo interno, assottigliandoli e irrigidendosi, acuendo l’eventuale protrusione verso in fascio nervoso interessato e causando i ben noti sintomi.
Rimedi e terapie Farmacologiche, Chirurgiche, Fisioterapiche, Galleggiamento o combinazione di esse.
Le terapie Farmacologiche sono solitamente mirate a ridurre lo stato infiammatorio ed il dolore associato, in modo da permettere la riacquisizione di un’adeguata mobilità attraverso il rilassamento ed il rilascio dei muscoli intervertebrali. Antinfiammatori (steroidi/cortisonici), Antidolorifici comportano comunque danni collaterali e probabili instaurazione di dipendenze che vanno tenuti ben presenti quando vengono utilizzati.
La terapia Chirurgica solitamente mira a cristallizzare la situazione in essere, eliminando o modificando il dischetto intervertebrale in modo che non generi più compressione sui fasci nervosi interessati, talvoltasostituendolo con una protesi. L'asportazione del dischetto o la sua sostituzione con un impianto proteico spesso non fanno altro che spostare il problema al dischetto precedente o successivo.
Le terapie Fisioterapiche mirano alla riabilitazione della mobilità riducendo le contratture muscolari, ristabilendo una postura corretta, allentando la tensione muscolare per disinfiammare e ridurre il dolore. Spesso vengono utilizzate terapie mirate all’aumento del flusso sanguigno e all’irrorazione della zona interessata cercando di scaldare la muscolatura converrei tecniche strumentali. A queste si affiancano terapie manuali di massaggio. Le terapie Fisioterapiche
La terapia del Galleggiamento (o Floating) si focalizza sul rilassare la muscolatura intervertebrale e sull’aumentare aumentare l’irrorazione sanguigna. Non comporta alcun tipo di manipolazione ed è un trattamento passivo, nel senso che non c’è alcuna interazione tra il paziente e una persona terza.
La persona viene accompagnata in un luogo a stimolazione ristretta e fatta galleggiare in una soluzione salina a base di acqua e Solafato di Magnesio mantenuta alla temperatura superficiale della pelle (34,8°C), al buio ed in silenzio per un tempo che varia dai 60 min ai 120 min.
In queste condizioni grazie all’effetto sinergico di isolamento, galleggiamento e presenza di Magnesio nel nostro corpo viene indotto un estremo stato di rilassamento muscolare, così profondo da riuscire a rilassare perfino i muscoli itervertebrali che comprimono il dischetto intervertebrale e che una volta rilassati favoriscono un parziale riposizionamento e reidratazione del dischetto stesso, un riallineamento della colonna vertebrale ed un abbattimento del dolore dovuto alla secrezione di endorfine che vanno ad accumularsi in corteccia cerebrale.
L'alta concentrazione di Magnesio in soluzione verrà adsorbito a livello cutaneo e metabolizzato nelle successive 36 ore apportando un ulteriore aiuto al rilassamento della muscolatura nei gironi successivi al galleggiamento.
L’estremo rilascio di tutti i muscoli comporta l’apertura dei vasi sanguigni e linfatici che non essendo più compressi dall’effetto della postura facilitano il deflusso sanguigno a tutto vantaggio dell'irrorazione della zona interessata dal trauma.
Anche se nella si consiglia un protocollo di almeno 3 sedute da 60 min a 1, 4 e 7 giorni. Poi quando si presentano le prime avvisaglie di una ricaduta fare immediatamente un galleggiamento.
Per utilizzare questo rimedio si deve essere comunque capaci di poteri muovere per entrare all’interno della vasca di galleggiamento per cui non si può utilizzare durante un blocco (colpo della Strega) ma bensì per prevenire e per trattare la sintomatologia una volta superato lo stadio acuto.
Personalmente soffro di una ernia del disco tra D5L1 con protrusione retrocessa del disco. Ero costretto ad andare dal chiropratico 1-2 volte al mese e a 2/3 ore di fisioterapia alla settimana. A casa utilizzavo la panca ad inversione praticamente tutti i giorni. Poi mi consigliarono di provare il protocollo 3 Sessioni di Floating e da quel momento non vado più dal chiropratico per farmi sboccare, non vado dal fisioterapista e semplicemente utilizzo la panca ad inversione quando si presentano le prime avvisaglie seguita subito da una sessione di galleggiamento. Sono rinato!
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